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Differenza tra raggi UVA e UVB

Qual è la differenza tra raggi UVA e UVB?

È cosa ormai nota che i raggi ultravioletti incrementano la produzione di radicali liberi, le molecole ruba-giovinezza che ossidano le cellule cutanee e frammentano le fibre di collagene, responsabili dell’idratazione.

Il risultato è il fotoaging, cioè la cute si disidrata e si formano le rughe.

Ma ci sono distinzioni da fare sui diversi tipi di raggi UV?

E cosa comporta per noi?

Lo vediamo in questo articolo.

Raggi UVA, UVB e UVC: quali sono le differenze?

raggi ultravioletti (UV) sono caratterizzati dalla loro lunghezza d’onda.

In particolare: i raggi UVC hanno lunghezza d’onda tra 100 e 280 nanometri; i raggi UVB tra 280 e 320 nm e gli UVA da 320 a 400 nm.

raggi UVC sono i più pericolosi per la salute umana ma fortunatamente vengono filtrati dallo strato d’ozono e non raggiungono la superficie terrestre.

Gli UVB costituiscono circa il 5% della radiazione totale UV, sono più energetici rispetto agli UVA e vengono assorbiti soprattutto dalle cellule dell’epidermide.

L’irraggiamento UVB inoltre non è costante ma dipende da fattori come la latitudine, l’altitudine, l’orario, la stagione nonché fattori ambientali (inquinamento, nuvolosità, ecc…).

Gli UVB sono i principali responsabili dell’abbronzatura e, in caso di esposizione prolungata, di eritemi, scottature, rossori e persino ustioni.

Le radiazioni UVA rappresentano circa il 95% dei raggi UV e sono presenti in egual misura durante tutto l’anno e nel corso della giornata.

Sono meno energetici degli UVB e contribuiscono in maniera minore all’abbronzatura e alla comparsa di eritemi e scottature, tuttavia, accelerano il processo di invecchiamento cutaneo, alterando le fibre di sostegno del derma, elastina e collagene, e contribuendo alla formazione di radicali liberi.

I raggi UVA si distinguono in UVA corti (320-340 nm) e UVA lunghi (340-400 nm): i primi più energetici e pericolosi, mentre i secondi sono oggetto di recenti ricerche sul loro possibile impatto biologico.

Costituiscono oltre il 75% delle radiazioni ultraviolette con alto potere penetrante.

Risultano pertanto insidiosi, determinando danni cutanei, soprattutto a lungo termine.

Perché gli UV sono dannosi soprattutto in città?

Gli UV sono letali per la bellezza perché innescano un meccanismo di fotoinvecchiamento. 

I soggetti più a rischio sono quelli che vivono nelle città inquinate, dove le polveri in sospensione nell’aria impediscono alle radiazioni di disperdersi nell’atmosfera. 

La concentrazione di Uv al suolo risulta molto alta e bombarda la nostra pelle tutto l’anno. 

Da settembre a maggio, chi lavora al chiuso assorbe il 52% delle radiazioni annue complessive.

Ed è in questo processo che si originano 2/3 dei danni cronici e cumulativi indotti soprattutto dagli Uva che, rispetto agli Uvb, sono presenti in tutte le stagioni, passano dai vetri e penetrano nell’epidermide fino a colpirne le fibre elastiche di sostegno. 

Complice lo smog, quindi, i nostri meccanismi di autodifesa sono costretti a un superlavoro che può renderli deboli e inefficienti. 

Soprattutto se alla permanenza in luoghi contaminati si sommano esposizioni frammentane ma intense e ripetute, che aumentano l’incidenza dei tumori cutanei.

Cosa succede al tuo corpo se prendi tanto sole?

Il velo di tintarella che comincia a formarsi dopo la fase eritematosa (quella in cui il viso diventa rosso) dura due-tre giorni al massimo.

Se però continui a esporti al sole senza protezione la melanina labile (così si chiama la prima fase della colorazione) lascia il posto a un’abbronzatura più profonda e duratura.

Lo scotto da pagare però è alto: rughe, macchie e secchezza cutanea sono gli effetti visibili di una situazione di sofferenza.

Quando parti per la settimana bianca, dunque, ricordati d’infilare in valigia delle creme solari specifiche per il viso che siano in grado di proteggere la pelle dagli Uva, dagli Uvb e dai raggi infrarossi. 

Quest’ultimi sono responsabili della fastidiosa sensazione di calore che causa rossore e vasodilatazione (e se soffri di couperose, sono guai). 

Utile è anche rinfrescare il viso vaporizzando spesso sulla pelle dell’acqua termale spray.

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Il Vero-Falso per un’abbronzatura sana

Il Vero/Falso per un’abbronzatura sana

Finita la brutta stagione, si avvicina pian piano il momento più atteso dell’anno: l’estate.

Ed estate è sinonimo di sole, spiaggia e abbronzatura sana.

Ma come possiamo fare per preparare la pelle al sole in modo da garantirsi una tintarella sana e durevole? 

Come raggiungere il sospirato obiettivo tintarella, acquisendo un piacevole colorito, da mantenere possibilmente il più a lungo possibile?

Vanno bene le lampade solari per prepararsi al sole

Su IO Donna, il prof. Antonino Di Pietro, dermatologo a Milano e direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, ci spiega in un utile “Vero-Falso” quali strategie adottare.

La frutta e la verdura di colore arancio aiutano a evitare le scottature

VERO. Inserire nell’alimentazione quotidiana cibi come albicocche, meloni, carote, ma anche peperoni e pomodori favorisce un’abbronzatura sana. Questi alimenti, infatti, contengono alte quantità di betacarotene, sostanza che difende la pelle dagli effetti nocivi dei raggi solari.

Per abbronzarsi bene occorre esporsi rapidamente

FALSO. Al contrario, è fondamentale esporsi con gradualità per permettere alla pelle di produrre melanina, la sostanza che la rende piacevolmente dorata, aiutando a contrastare irritazioni e scottature e per preparare la pelle al sole. Per lo stesso motivo, risulta utile iniziare a esporsi prima di partire per le vacanze magari passando qualche pomeriggio al parco o in piscina. Iniziare, quindi, con un’esposizione di mezz’ora il primo giorno, da aumentare progressivamente nelle giornate successive. In questo modo, si riesce a produrre una quantità di melanina adeguata, arrivando alle giornate di esposizione prolungata con uno scudo naturale più efficace.

Non bisogna usare profumo al sole

VERO. Evitare di spruzzare profumi sulla pelle perché sono fotosensibilizzanti e potrebbero causare antiestetiche macchie.

La pillola anticoncezionale fa venire le macchie sulla pelle

VERO. In generale, ricorda che se stai seguendo un trattamento farmacologico, dovresti verificare con il tuo dermatologo se il medicinale assunto può dar luogo a fenomeni di fotosensibilizzazione. Il caso più tipico si verifica con l’assunzione della pillola anticoncezionale.

Quando si prende il sole in città non bisogna usare prodotti protettivi

FALSO. È consigliabile applicare prodotti schermanti da scegliere in base al proprio fototipo o in base al consiglio del dermatologo. I solari vanno utilizzati anche nelle giornate nuvolose e anche in città, soprattutto in caso di pelle secca e sensibili, più vulnerabile agli effetti dei raggi UV.

Gli integratori per preparare la pelle al sole sono utili

VERO. Per chi non riesce ad assimilare attraverso la normale alimentazione le sostanze necessarie a proteggere la cute dal sole, può essere utile assumere integratori per preparare la pelle al sole. È però fondamentale evitare il “fai-da-te”: gli integratori alimentari non vanno presi d’iniziativa personale, ma sempre in seguito ad un’adeguata consulenza da parte di uno specialista dermatologo. Gli ingredienti migliori da cercare in un integratore sono rame, zeaxantina estratta dai fiori del tagete, pino marittimo francese.

Chi prima delle vacanze ha fatto delle lampade non deve esporsi gradualmente

FALSO. Anche chi si è sottoposto a lampade deve esporsi con gradualità, non dimenticando di applicare i prodotti protettivi. In ogni caso è bene sapere che le lampade solari per prepararsi al sole possono essere utili, ma è una metodica da valutare con attenzione e su cui confrontarsi con il dermatologo per comprendere al meglio come procedere. Scopri qui quali precauzioni prendere per fare lampade abbronzanti

Il sale disidrata la pelle

VERO. Dopo ogni bagno in mare, fare una doccia con acqua dolce. La salsedine, infatti, amplifica l’azione dei raggi Uv. Inoltre, il sale richiama acqua, tendendo a disidratare la pelle.

I doposole sono necessari solo dopo la spiaggia

FALSO. Anche prima delle vacanze, dopo l’esposizione al sole, è importante rigenerare e riequilibrare la pelle, idratandola in profondità. A tale scopo, si possono applicare prodotti a base di sostanze come il burro di karité. Ottimi sono anche i sieri e le creme contenenti Fospidina, complesso a base di fosfolipidi estratti dalla soia e glucosamina. Per aumentare l’efficacia dei prodotti, è utile applicarli con movimenti circolari, che aiutano a tonificare la cute.

Evitare di esporsi al sole nelle ore più calde

VERO. Sarebbe meglio non prendere il sole nelle ore più calde della giornata, comprese tra le 11 e le 16, momenti in cui i raggi del sole risultano particolarmente intensi. Oltre a proteggersi dai raggi UV in generale, è importante far sì che la pelle non si surriscaldi nel corso della giornata. Questo accorgimento permette di limitare il rischio di comparsa dell’eritema solare, un’irritazione derivante soprattutto dal calore eccessivo. Per poter rinfrescare la pelle si possono fare docce frequenti o si può spruzzare più volte acqua termale.

Mettere la crema più volte al giorno

VERO. Applicare la protezione solare almeno mezz’ora prima dell’esposizione, spalmandola di nuovo ogni due ore circa e sempre dopo ogni doccia e ogni bagno in mare o in piscina, anche nei casi in cui si utilizzino prodotti waterproof. Acqua e sudore, infatti, possono annullare l’azione protettiva dei solari.

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L’acqua del mare fa bene alla pelle

L’acqua del mare fa bene alla pelle?

L’acqua di mare fa bene alla pelle perché contiene minerali come cloro, bromo, calcio, magnesio e iodio che disinfettano la pelle e aiutano a combattere infezioni e disturbi. Inoltre il sale leviga la pelle in profondità. Dopo i bagni in mare, però, è sempre meglio sciacquarsi con acqua dolce perché i cristalli di sale contenuti nell’acqua di mare amplificano l’effetto dei raggi solari come se fossero tanti piccolissimi specchi e disidratano la pelle. Con l’aiuto del dermatologo Antonino di Pietro, vediamo come sfruttare al massimo i benefici dell’acqua di mare ed evitarne invece gli aspetti negativi.

L’acqua di mare fa bene alla pelle?

Sì, perché contiene minerali come il cloro, il bromo, il calcio, il magnesio e lo iodio che hanno un potere disinfettante sulla pelle e che potenziano l’azione di alcune proteine in grado di agire in modo antisettico e antimicotico e, dunque, di prevenire e combattere le infezioni e di inibire lo sviluppo degli organismi fungini. Il sale ha poi la capacità di pulire e di levigare la pelle in profondità, contribuendo all’equilibrio del film idrolipidico, la sottile pellicola composta dall’acqua e dai lipidi che riveste la pelle. Per questo stare nell’acqua di mare può alleviare disturbi della pelle come l’acne e la dermatite seborroica, e migliorare le cicatrici e le ferite. Ne può ricavare benefici anche chi soffre di psoriasi, la malattia che si presenta con chiazze critematose ricoperte da piccole squame. Esse compaiono soprattutto sul cuoio capelluto, sui gomiti, sulle ginocchia e sui piedi. I massimi vantaggi nel trattamento della psoriasi si ottengono abbinando l’esposizione al sole con l’acqua marina, poiché il sale favorisce la desquamazione della pelle. In questo modo i raggi ultravioletti, che in alcuni casi sono benefici per la psoriasi, possono agire meglio. Naturalmente l’esposizione al sole deve essere graduale, evitando eccessi e ustioni dannose.

È assolutamente sconsigliata l’esposizione diretta nei primi mesi di vita del neonato, fino agli 8 mesi circa. Con il passare del tempo invece si può cominciare con piccoli momenti durante la giornata dove il bambino può giocare sotto i raggi solari, se correttamente protetto. Fino ai 36 mesi, il momento migliore per prendere un po’ di sole è il tardo pomeriggio. Successivamente si può stare al sole al mattino presto e nel tardo pomeriggio, evitando gli orari centrali, dove i raggi UV sono più diretti.

In quali casi l’acqua salata sulla pelle fa male?

L’acqua salata sulla pelle, associata al sole, può tuttavia recare danno perché i cristalli di sale contenuti nell’acqua amplificano l’effetto dei raggi solari come se fossero tanti piccolissimi specchi e favoriscono la disidratazione della pelle. Essa appare così secca e screpolata e non rassodata come molte persone, invece, credono. L’acqua di mare può causare irritazione e fastidi anche agli occhi, per questo è importante prendersene cura quando di va al mare: la luce abbagliante, la sabbia, il riverbero dell’acqua e proprio la salsedine possono arrossarli e farli bruciare, o farli lacrimare eccessivamente. In questi casi bisogna sciacquare abbondantemente gli occhi con l’acqua fredda e decongestionarli con impacchi di camomilla. Basta inzuppare alcuni dischetti di cotone e tenerli sugli occhi chiusi per circa quindici minuti. Invece, come prevenzione, si suggerisce di indossare sempre, prima di tuffarsi, gli appositi occhialini protettivi in modo da evitare il contatto diretto degli occhi con l’acqua salata del mare. L’acqua di mare può poi peggiorare alcune malattie della pelle come la rosacea, soprattutto se, dopo il bagno, ci si espone al calore del sole. In questo caso, la pelle molto sensibile si potrebbe infiammare di più causando un aumento dell’eritema e della desquamazione.

Al mare con la roseacea: come evitare di peggiorarne i sintomi?

Dopo i bagni in mare è benedi lasciare il meno possibile l’acqua salata sulla pelle, dunque sciacquarsi ogni volta al più presto possibile, facendo una doccia con l’acqua dolce prima di stendersi nuovamente al sole. Inoltre suggerisco di utilizzare creme lenitive e rigeneranti a base di fospidina, vitamina C, delta lattone, Q10, in grado di restituire la giusta tonicità e idratazione; ottimo anche l’uso di un doposole con fospidina e glucosamina. Poi è molto importante bere almeno un litro e mezzo o due litri di acqua al giorno, per garantire la corretta idratazione della pelle e per renderla più preparata ad affrontare lo stress provocato dal sole, dal vento e, appunto, dalla salsedine.

Se non ci sono complicazioni cutanee, si può applicare al neonato o bambino lo stesso solare che utilizzano mamma e papà. Attenzione però alle caratteristiche della crema solare, che deve avere fattore di protezione molto alto e deve essere dermatologicamente testata. Nei primi anni di vita può presentarsi la dermatite atopica in molti bambini, in questo caso è opportuno ribadire l’utilizzo specifico di determinate creme solari in grado di proteggere una pelle così delicata e sensibile. Anche se il sole è un aiuto prezioso in caso di dermatite atopica perché ne migliora i sintomi, il tuo bambino deve essere protetto lo stesso con una crema solare 50+.

In estate, anche durante una passeggiata in centro o al parco, scegli di applicare una crema solare per i tuoi bambini nelle zone più scoperte del corpo.

Che cosa mangiare per preservare la buona salute della pelle?

Bisogna seguire un’alimentazione sana ed equilibrata che preveda cibi ricchi di acqua come le verdure e la frutta. In particolare, adesso che è estate, frutta e verdura di colore giallo e rosso, per esempio le carote, i pomodori, i peperoni, i meloni, le pesche, le albicocche e l’ananas, perché sono ricche di beta-carotene, una sostanza utile a difendere la pelle anche dall’azione nociva dei raggi del sole e quindi a prevenire il rischio di scottature, molto frequenti al mare. Ma per aiutare la pelle a rigenerarsi dall’interno e ad affrontare le aggressioni della stagione estiva si consiglia anche di mangiare pesci grassi come il salmone, le sardine, il merluzzo e lo sgombro ricchi di omega 3 e 6, i cossidetti “grassi buoni”, che contrastano l’invecchiamento e che sono contenuti anche nella frutta secca. Inoltre, raccomando di limitare l’uso del sale nell’alimentazione.

Se non ci sono complicazioni cutanee, si può applicare al neonato o bambino lo stesso solare che utilizzano mamma e papà. Attenzione però alle caratteristiche della crema solare, che deve avere fattore di protezione molto alto e deve essere dermatologicamente testata. Nei primi anni di vita può presentarsi la dermatite atopica in molti bambini, in questo caso è opportuno ribadire l’utilizzo specifico di determinate creme solari in grado di proteggere una pelle così delicata e sensibile. Anche se il sole è un aiuto prezioso in caso di dermatite atopica perché ne migliora i sintomi, il tuo bambino deve essere protetto lo stesso con una crema solare 50+.

In estate, anche durante una passeggiata in centro o al parco, scegli di applicare una crema solare per i tuoi bambini nelle zone più scoperte del corpo.

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Creme solari per bambini

Come scegliere le creme solari per neonati e bambini

I genitori di oggi sono sempre più attenti e informati, ma riuscire a districarsi nell’enorme mercato delle creme solari per bambini non è così semplice. Prima di partire per il mare con il tuo bambino, è importante prestare attenzione ad alcuni piccoli accorgimenti. Ricorda che la pelle estremamente delicata dei neonati ha bisogno di attenzioni specifiche anche sotto l’ombrellone.

Al riparo sotto l’ombrellone?

Partiamo chiarendo una regola fondamentale per la salute del bambino: sotto l’ombrellone la crema solare per neonati o bambini va applicata comunque. Gli stabilimenti balneari sono muniti solitamente di ombrelloni di tessuto naturale o sintetico, che sicuramente offrono una protezione alla pelle, ma una parte di raggi UVA e UVB riesce comunque a filtrare. Per questo anche se decidi di tenere il tuo bambino al riparo nella carrozzina e sotto l’ombrellone è necessario applicare una protezione solare alta sulle zone scoperte della pelle. Durante le giornate più ventose, sabbia e acqua marina possono raggiungere la pelle del tuo bambino e minare la sua salute. Se hai preventivamente protetto la pelle con una crema solare per bambini, il tessuto cutaneo viene riparato anche da questi agenti esterni. Inoltre, se non applichi la corretta crema solare a tuo figlio, potranno presentarsi con l’avanzare dell’età alcuni inestetismi cutanei come macchie e discromie e nei casi più gravi melanomi. Con la corretta crema solare per neonati puoi concedere qualche momento sotto al sole al tuo bambino, per ottenere anche i benefici dei raggi solari che migliorano l’umore e fortificano ossa e pelle.

È assolutamente sconsigliata l’esposizione diretta nei primi mesi di vita del neonato, fino agli 8 mesi circa. Con il passare del tempo invece si può cominciare con piccoli momenti durante la giornata dove il bambino può giocare sotto i raggi solari, se correttamente protetto. Fino ai 36 mesi, il momento migliore per prendere un po’ di sole è il tardo pomeriggio. Successivamente si può stare al sole al mattino presto e nel tardo pomeriggio, evitando gli orari centrali, dove i raggi UV sono più diretti.

Le migliori creme solari per bambini

Proteggi i tuoi bambini con la corretta crema solare anche sotto l'ombrellone.

 

 

 

 

 

Per scegliere la corretta crema solare per neonati o bambini è importante prima di tutto verificare la salute della pelle e l’eventuale INCI del prodotto che si va ad acquistare. Le migliori creme solari per bambini non contengono ovviamente parabeni né profumo. Attenzione soprattutto a quest’ultimo poiché è fotosensibilizzante e dopo l’esposizione solare può generare macchie sulla pelle. Se il bambino presenta una pelle molto sensibile con dermatite atopicaallergie o psoriasi, allora è bene scegliere prodotti specifici, che si acquistano in farmacia. La crema solare per neonati deve avere fattore di protezione molto alto (50+). È bene continuare con questo fattore di protezione almeno fino ai 6 anni, successivamente, se non sono presenti inestetismi cutanei o pelle sensibile, si può scegliere di passare alla protezione 30.

Come e quando applicare la crema solare sui bambini

La crema solare va applicata ogni 2-3 ore perché pian piano che viene assorbita dalla pelle perde la sua efficacia protettiva. Il discorso vale anche se non si fa il bagno o se il prodotto è resistente all’acqua.

Se non ci sono complicazioni cutanee, si può applicare al neonato o bambino lo stesso solare che utilizzano mamma e papà. Attenzione però alle caratteristiche della crema solare, che deve avere fattore di protezione molto alto e deve essere dermatologicamente testata. Nei primi anni di vita può presentarsi la dermatite atopica in molti bambini, in questo caso è opportuno ribadire l’utilizzo specifico di determinate creme solari in grado di proteggere una pelle così delicata e sensibile. Anche se il sole è un aiuto prezioso in caso di dermatite atopica perché ne migliora i sintomi, il tuo bambino deve essere protetto lo stesso con una crema solare 50+.

In estate, anche durante una passeggiata in centro o al parco, scegli di applicare una crema solare per i tuoi bambini nelle zone più scoperte del corpo.

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Creme solari-Lido Sunshine

Creme solari: come scegliere una protezione alta (e difendersi dalle bufale)

La luce solare può regalare benefici alla pelle, ma bisogna seguire regole prima, durante e dopo l’esposizione. Come primo consiglio, fate attenzione a chi propone una protezione solare 100 o creme solari con schermo totale: sono bufale, non esistono. Vediamo perché.

Come funziona un filtro solare: filtri minerali e non minerali

Comunemente chiamati filtri fisici o chimici, sono le sostanze che si preoccupano di bloccare l’azione negativa dei raggi UV sulla pelle. I filtri solari minerali o fisici sono solitamente costituiti da polveri finissime di ossido di titanio o zinco. Come agiscono? I filtri solari minerali creano una vera e propria barriera sulla pelle che respinge e limita l’azione dei raggi UV. L’applicazione eccessiva e ripetuta di questi filtri può però favorire, in una pelle mista o grassa, l’occlusione dei pori e la conseguente formazione di comedoni. I filtri non minerali (chimici) agiscono invece frenando e indebolendo la potenza dei raggi ultravioletti. Sono i filtri preferiti dai dermatologi e contenuti nella maggior parte delle creme solari. I filtri chimici emulano infatti le normali reazioni chimiche che interessano il nostro organismo. Un esempio: la produzione di melanina è il risultato di una reazione chimica tra pelle e raggi infrarossi.

Come si stabilisce il livello di protezione solare di una crema?

A stabilire l’SPF “dichiarabile” sulle confezioni di crema solare sono le linee guida europee, che certificano come non esista una protezione solare con SPF maggiore di 50, tantomeno 100 o con schermo totale. Il fattore protettivo massimo che può raggiungere anche la migliore crema solare è SPF 50. Ma cosa indica questa numerazione presente sulla crema solare? Il Sun Protection Factor (SPF) indica il livello di protezione solare che può raggiungere un prodotto e la sua capacità nel ritardare la comparsa dell’eritema. Evitate quindi di partire per le vacanze con una crema solare con protezione 100, perché si tratta di un’informazione sostanzialmente illegale e fraudolenta, il cui obiettivo è ingannare il consumatore facendo leva sui suoi bisogni di tutela della salute.

Perché una crema solare non può avere protezione solare 100?

Per stabilire l’SPF di una crema solare vengono svolti test clinici e dermatologici su volontari. Viene selezionato un gruppo di persone a cui si applica la crema solare in una zona circoscritta della cute. Successivamente i candidati vengono esposti a una luce artificiale che imita i raggi UV fino all’insorgenza dell’eritema solare, che dovrà comparirà prima nella zona non protetta e dopo un tot. di minuti nella zona con crema solare. Il valore dell’SPF viene quindi calcolato dividendo il tempo di comparsa impiegato dall’eritema solare sulla cute protetta per il tempo dell’insorgenza dell’eritema sulla cute non protetta. Un esempio pratico:

Se l’eritema solare si genera dopo 12 minuti sulla cute non protetta, mentre sulla pelle protetta da crema solare insorge dopo 6 ore (360 min), dividendo 360 per 12, si ottiene 30 che corrisponde al valore della protezione solare.

Dato che la matematica non è un’opinione, una protezione solare 100 dovrebbe prevedere un test clinico di circa 20 ore, il che è impensabile sia da un punto di vista etico che logico.

Come distinguere le creme solari fra loro? A quali principi attivi rivolgersi?

La miglior crema solare può essere acquistata in farmacia e deve contenere filtri solari non minerali e principi attivi più naturali, come quelli chimici, in grado di rispettare non solo la pelle dell’uomo e della donna, ma anche l’ambiente. La Plusolina, ad esempio, è un complesso derivato dalla ricerca italiana in dermatologia a base di oli naturali booster: olio di karanja, olio di cotone, olio di crusca id riso e vitamina E. Una crema solare con Plusolina oltre a proteggere la pelle dal sole, svolge un’azione antiaging e antiossidante, aiutando la pelle a prevenire i danni da photoaging.

Come difendersi dal sole in città senza usare la crema solare tutti i giorni?

In caso di fototipo di pelle I o II è consigliato proteggersi dal sole anche tutto l’anno. Le radiazioni dei raggi solari UVA sono infatti presenti 365 giorni e sono quelle più negative che non concorrono nell’aumentare l’abbronzatura, ma al contrario accelerano l’ossidazione delle cellule. Per prevenire questo processo, si possono assumere tutto l’anno integratori antiossidanti. Si può optare per un trattamento con integratore a base di picnogenolo (estratto di pino marittimo francese), uno tra gli antiossidanti più potenti in natura. In alternativa, uno o due mesi prima delle tue vacanze comincia con un integratore al rame: questo minerale, oltre a svolgere un’azione antiossidante, favorisce la normale pigmentazione della pelle, essendo un cofattore della tirosinasi, l’enzima che partecipa alla sintesi di melanina.

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Crema solare scaduta-Lido Sunshine2

Si può usare una crema solare scaduta?

La protezione solare avanzata dall’anno scorso può essere riutilizzata anche quest’estate? La sua efficacia è ancora garantita o dobbiamo invece acquistare un nuovo prodotto? Scopriamo come individuare la scadenza nelle creme solari e quali sono i metodi corretti per conservarle.

I solari hanno una data di scadenza?

 

Come possiamo individuare la scadenza nelle creme solari?

Come tutti i dermocosmetici anche i solari hanno una scadenza che è determinata dal PaO (Period After Opening). Un cosmetico si conserva integro fino alla sua apertura, una volta aperto è necessario consumarlo entro i mesi segnalati dal PaO. Ma come possiamo identificare il PaO sulla confezione della protezione solare? Si tratta del simbolo di un vasetto come nell’immagine qui a sinistra: esso riporta un valore numerico a fianco della lettera M che indica i mesi entro cui è meglio utilizzare il prodotto. La maggior parte dei solari ha solitamente una scadenza compresa tra i 9 e i 12 mesi.

Come capire se il solare è ancora buono?

Molti pazienti mi chiedono come utilizzare le creme solari avanzate. In realtà, sarebbe meglio non utilizzare un prodotto che ha superato i mesi riportati dal Period After Opening. Al contrario degli alimenti, i dermocosmetici scaduti non hanno gravi controindicazioni per la salute dell’organismo, ma sicuramente non garantiscono l’efficacia di un tempo. All’apparenza un dermocosmetico può conservarsi ancora in buono stato (con una buona colorazione e un buon profumo) che possono essere fuorvianti per il consumatore che si convince ad applicare la crema solare o il cosmetico e ottenere gli stessi risultati di quando si è utilizzato il prodotto per la prima volta. Se scegliamo di applicare una crema solare scaduta, non possiamo pretendere di mantenere la pelle al riparo da scottature ed eritema solare.

Qual è il modo giusto per conservare un solare?

Anche i solari devono essere conservati in un luogo fresco, asciutto possibilmente al riparo dalla luce. Ovviamente trattandosi di prodotti che spesso ci accompagnano in spiaggia non è sempre semplice riuscire a rispettare le buone norme di conservazione. Per conservare al meglio una crema solare al mare, la si può mettere in borsa e all’ombra, magari sotto l’ombrellone. Attenzione a questo particolare, perché se ci si dimentica la protezione solare per ore sotto il sole i filtri possono essere danneggiati e perdere la propria efficacia.

Cosa succede se si utilizza una crema solare scaduta?

Come abbiamo anticipato la scadenza delle creme solari si traduce in filtri non più validi a proteggere la pelle dall’azione negativa dei raggi UVA e UVB. Di conseguenza, la pelle è più a rischio di macchie solari, rossori, irritazioni, scottature ed eritema. Inoltre i raggi UV accelerano i processi di photoaging e quindi la pelle invecchia più velocemente mostrando rughe più evidenti, pelle secca e discromie. Non prestare attenzione alla scadenza delle creme solari può generare anche conseguenze a lungo termine come tumori della pelle.

Come utilizzare le creme solari avanzate dall’anno prima?

L’ideale è scegliere formati non troppo grandi di prodotti solari per evitare di dover buttare le creme solari scadute l’estate prima. Inoltre è importante riapplicare la crema solare più volte al giorno (ogni due ore circa) per mantenere la pelle sempre protetta e al riparo dai raggi UV, in questo modo si riduce la probabilità di tornare dalle vacanze con solari avanzati.

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Abbronzatura-Lido Sunshine1

Ustioni solari gravi o semplici scottature? Ecco i rimedi

Quando ci si espone ai raggi solari senza una dovuta protezione possono verificarsi reazioni cutanee più o meno gravi. Le ustioni solari o semplici scottature sono gli effetti collaterali più comuni, che si possono verificare quando la pelle rimane esposta al sole per troppo tempo o senza la crema solare adeguata. Le ustioni solari si classificano per gradi, ma attenzione: una semplice scottatura, se ignorata o non curata nel modo giusto, può aggravarsi e convertirsi in ustione. Scopriamo insieme come possiamo intervenire per prevenire le ustioni causate dal sole e quali sono i rimedi più efficaci.

Come possiamo contrarre le ustioni solari?

Ustioni solari: quali sono i rimedi più efficaciLe scottature causate dal sole possono verificarsi non solo in estate al mare, ma anche in montagna in inverno. Molti sono convinti che l’ambiente montano sia meno pericoloso per la pelle a causa delle temperature più miti o fredde e dell’utilizzo di vestiti coprenti. In realtà ad alta quota i raggi UV sono più potenti e se la pelle viene protetta in modo superficiale sarà facile preda di scottature da sole. Con l’arrivo dell’estate aumenta la percentuale di ustioni solari anche a causa di un altro fattore: le lampade abbronzanti.  Soprattutto per chi ha un fototipo sensibile, rinchiudere la pelle in queste strutture può favorire la comparsa di ustioni. Le persone con pelle chiara sono effettivamente quelle più soggette alle scottature solari, poiché i loro melanociti faticano a produrre melanina, la sostanza che promuove l’abbronzatura e protegge naturalmente la pelle dai raggi UV. Questo non esclude la possibilità alle persone di carnagione olivastra e più scura di scottarsi ugualmente.

Ustioni solari: i diversi gradi di scottatura

Proprio come succede quando ci bruciamo con del fuoco o del calore, anche le ustioni solari possono essere classificate in gradi. I livelli di ustione solare sono 3, dal meno grave a quello più pericoloso per la salute della pelle. Queste scottature non sempre sono facilmente individuabili poiché i primi sintomi compaiono dopo circa 6 ore dall’ultima esposizione ai raggi UV.

  • Ustione solare di primo grado: sono le scottature più comuni che solitamente si manifestano con dolore al tatto, pelle arrossata e molto secca, brividi di freddo e febbre in alcuni casi. Queste ustioni solari interessano gli strati superficiali della pelle.
  • Ustione solare di secondo grado: anche in questo caso può verificarsi la sensazione di brividi accompagnati da febbre. In questo caso l’epidermide è dolorante e può presentare anche eritema solare, composto da tante bollicine vicine tra loro. Una volta che queste vescicole “scoppiano” la pelle si squama e permettendo al nuovo strato di emergere. Può verificarsi anche l’edema solare, ovvero la pelle risulta gonfia e arrossata. Scottature di questo tipo coinvolgono sempre gli strati superficiali della pelle.
  • Ustione solare di terzo grado: è raro che un soggetto riesca a raggiungere un livello così grave di ustione solare. In ogni caso, i sintomi tipici delle scottature solari di terzo grado sono febbre alta e dolori non solo al contatto con la pelle, ma anche articolari. La pelle è rossa e si ricopre di bolle e vesciche che si aprono, favorendo lo sviluppo di infezioni cutanee. In questo caso sono coinvolti anche gli strati più profondi del tessuto cutaneo e nei casi estremi il paziente deve essere immediatamente trasportato al pronto soccorso.

Ustioni solari: i rimedi naturali

Alcuni rimedi naturali contro le ustioni solari di entità minore possono aiutare ad alleviare il dolore. Uno di questi può essere un bagno in acqua tiepida con farina d’avena o bicarbonato, che svolgono un’azione lenitiva e aiutano a ridurre prurito e rossore, oppure degli impacchi con latte e ghiaccio. Il latte svolge infatti un’azione calmante e lenitiva, mentre il ghiaccio agisce come antinfiammatorio sulla pelle. Anche gli impacchi con olio di oliva, miele e yogurt hanno un’azione calmante sulla pelle, che viene idratata in profondità e aiutata a rigenerarsi.

Scottature: dopo quanto tempo si può tornare a prendere il sole?

In caso di scottature è raccomandabile usare molta cautela quando ci si espone nuovamente al sole perché la pelle che si è riformata è giovane e quindi ancora più sensibile ai raggi del sole. Meglio insomma aspettare qualche giorno e coprire la parte scottata con l’abbigliamento per evitare complicazioni. Invece è possibile fare un bagno veloce ma sempre con un’adeguata protezione solare.

Cosa fare in caso di ustioni solari più gravi

In presenza di una scottatura solare grave è necessario individuare una crema per ustioni solari. Per favorire la guarigione della pelle bisogna assolutamente evitare il contatto diretto con il sole per almeno 7 giorni. Poi si può eseguire un trattamento curativo con uno spray per ustioni solari a base di sostanze naturali come calendula e aloe. I farmaci consigliati in caso di scottature di secondo e terzo grado sono creme con connettivina per ustioni solari che aiutano la rigenerazione cutanea e la cicatrizzazione. Ottima alternativa può essere una crema per ustioni solari con ossido di zinco ad azione lenitiva, antinfiammatoria e cicatrizzante. Un rimedio consigliato spesso dal medico di base è una pomata al cortisone da applicare sulle scottature da sole. In realtà però il cortisone aiuta a ridurre i sintomi quali prurito e rossore, ma non svolge un’azione lenitiva e rigenerante.

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10 modi naturali (e non) per prolungare l’abbronzatura

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Vuoi conservare più a lungo possibile una pelle dorata?

Nella duplice intervista rilasciata dal professor Antonino di Pietro su Vanity Fair e il quotidiano il Giornale, il dermatologo rivela come prolungare l’abbronzatura in modo semplice e naturale. In questo articolo abbiamo raccolto un decalogo di semplici strategie per una tintarella oltre il tempo e lo spazio: a partire dalla regola numero 0, utilizzare sempre una crema solare con fattore protettivo alto. Perché con il sole non si scherza e la pelle deve sempre essere protetta dai raggi UV per prevenire l’invecchiamento cutaneo e gli inestetismi ad esso connessi come macchie della pellerughe e cedimenti.

1. Detersione: per prolungare l’abbronzatura meglio bagno o doccia?

La doccia una buona abitudine per prolungare l'abbronzatura.

 

 

 

 

Tra bagno e doccia, preferisci una doccia veloce e con acqua tiepida. Stare a mollo nella vasca con acqua bollente è sicuramente più rilassante, ma non è un toccasana per la pelle. Il calore favorisce disidratazione e desquamazione e quindi mette alla prova la tua pelle ambrata. Ricordati di effettuare la doccia anche appena risali dal mare, quando è possibile. Terminato il bagno in mare, sulla pelle rimane sempre quello strato di sale che attira i raggi UV e favorisce la perdita di liquidi a livello cutaneo. Questo può causare macchie cutanee e scottature; quando è presente, quindi, è bene attivarsi con una doccia fresca con acqua dolce per eliminare il sale in eccesso .

2. Attenzione al bagnoschiuma

Come prolungare l'abbronzatura con un bagnoschiuma dal ph delicato.

 

 

 

 

Meglio preferire detergenti delicati, non schiumogeni e con un pH neutro rispettoso della pelle. I bagnoschiuma profumati e che producono molta schiuma regalano sicuramente una sensazione inebriante per mente e corpo, ma dopo molte ore passate sotto i raggi UV possono irritare e seccare la pelle. Ottimi possono essere i prodotti ricchi di oli naturali come mandorla dolce e burro di karité, che hanno un’elevata percentuale di tollerabilità e che nutrono la pelle resa arida da sole e spiaggia. Se utilizzi una spugna per lavarti, non strofinare troppo energicamente la pelle, perché potresti eliminare lo strato superficiale abbronzato. Sì alla rimozione delle cellule morte, ma con uno scrub, come vedremo nel prossimo paragrafo.

3. Lo scrub: quali scegliere?

Lo scrub un alleato o nemico per prolungare l'abbronzatura?

 

 

 

 

Si ha la convinzione che lo scrub sia il nemico numero dell’abbronzatura, ma non è così. La sua azione esfoliante aiuta la pelle a rigenerarsi e a eliminare le cellule morte. Esistono scrub leggeri con microparticelle che eliminano la parte della pelle secca e spenta della pelle e aiutano a far emergere l’abbronzatura. In caso di pelle sensibile, può essere necessario verificare gli attivi presenti nell’esfoliante. 

Lo scrub è comunque consigliato a chi ha una pelle olivastra che si abbronza facilmente, ma che tende a disidratarsi velocemente.

4. Un aiuto dall’asciugamano in microfibra

L'asciugamo tra le regole per prolungare l'abbronzatura.

 

 

 

 

 

Anche la scelta dell’asciugamano diventa importante se prolungare l’abbronzatura è l’obiettivo principale della tua estate. In spiaggia, preferisci gli asciugamani in microfibra: si asciugano più rapidamente ed evitano di lasciare la pelle umida per troppo tempo. Appena finisci il bagno in mare, asciuga bene la pelle prima di ristenderti al sole, prestando attenzione a quelle zone dove l’acqua può inumidire la pelle come inguine, gomiti e ascelle. A casa, invece, ti aspetta il classico asciugamano di spugna. Quando ti asciughi non strofinare la pelle, potresti danneggiare l’abbronzatura o peggio irritare l’epidermide. Tampona delicatamente tutto il tessuto cutaneo, massaggiandolo per una coccola in più.

5. La crema doposole: quali principi attivi deve avere?

Come scegliere la crema doposole per prolungare l'abbronzatura.

 

 

 

 

D’obbligo la crema doposole, da applicare ogni qual volta si torni dalla spiaggia e dopo la doccia. La crema doposole deve essere ricca di principi restitutivi e idratanti. Più la pelle è idratata, infatti, e più è al riparo dai danni dal sole e l’abbronzatura risulta più evidente e duratura. Ottime le creme doposole con fosfolipidi e glucosamina che aiutano la pelle a rigenerarsi anche dopo lunghe giornate passate sotto i raggi UV. Tra gli estratti naturali, scegliete aloe e burro di karité: il primo per un’azione rinfrescante e il secondo per un’azione emolliente e una pelle più morbida. Rimedio sempre valido è l’acido ialuronico: le creme più innovative lo contengono in microsfere per una migliore idratazione e penetrazione tra gli strati cutanei.

6. Il massaggio classico e quello drenante

Un massaggio prima delle vacanze al mare per una pelle rigenerata e pronta all'abbronzatura.

 

 

 

 

Prima delle vacanze al mare o in montagna è utile effettuare un trattamento con massaggi. Il massaggio stimola la circolazione, ma anche l’ossigenazione delle cellule epiteliali, favorendo il turnover cellulare. In questo modo si arriva in spiaggia con una pelle più luminosa, ricettiva e stimolata. Utile sarebbe unire il classico massaggio con una tecnica che stimoli anche il drenaggio dei liquidi: in questo modo si ottiene una silhouette snella e allungata.

7. Aria condizionata: sì o no?

STOP all'aria condizionata se vuoi mantenere la pelle abbronzata più a lungo.

 

 

 

L’aria condizionata favorisce desquamazione e secchezza cutanea: se in ufficio non puoi opporti, a casa scegli un ventilatore ad aria normale. Oggi in commercio esistono nuovi modelli super tecnologici che trasmettono aria fresca naturale. Gli sbalzi di temperatura caldo e freddo risultano fonti di stress per la pelle che perde liquidi, si screpola e squama più facilmente. Se la tua meta estiva è esotica e devi viaggiare in aereo, ricorda di portare nel bagaglio a mano la crema idratante almeno per il viso. L’aria condizionata della cabina e l’alta pressione scoloriscono e disidratano la tua pelle che perde inevitabilmente luminosità e abbronzatura.

8. Trattamento RIMAGE per prolungare l’abbronzatura

Per chi ricerca il trattamento più efficace per prolungare l’abbronzatura, può affidarsi a delle sedute di RIMAGE per viso e décolleté. Questa terapia oltre all’azione antiage garantisce una rigenerazione cutanea ideale per raddoppiare l’effetto bronzeo donato dal sole. Questo trattamento prevede 3 step:

  1. Elettroporazione con Fospidina, un complesso dall’azione super idratante e rigenerante che garantisce il prolungare dell’abbronzatura.
  2. Radiofrequenza, che favorisce la penetrazione di questo complesso negli strati più profondi dell’epidermide, fino al derma.
  3. Gli infrarossi freddi potenziano l’azione della Fospidina e la formazione di nuovo acido ialuronico e collagene, fibre fondamentali per mantenere la pelle compatta, turgida e ridefinita.

9. Il trattamento abbronzante in SPA

Nelle SPA all’avanguardia sono stati introdotti alcuni trattamenti pre- e post-abbronzatura. La terapia abbronzante solitamente consiste in un primo passaggio con uno scrub leggero per rimuovere le cellule epiteliali superficiali ormai “bruciate” dal sole, seguito da un massaggio stimolante di circa 15 minuti. Una volta terminato il primo massaggio, si passa a quello successivo che dura almeno 40 minuti e che viene eseguito con un gel ricco di attivi che accelerano l’abbronzatura. L’assorbimento del gel è appunto incentivato dal massaggio. Il risultato? Abbronzatura fissata a lungo.

10. L’alimentazione che ti aiuta a mantenere l’abbronzatura

Gli alimenti utili per polungare l'abbronzatura.

 

 

 

 

 

 

 

Banale e forse scontato, ma l’alimentazione condiziona anche l’abbronzatura. Esistono alcuni alimenti ricchi di vitamine e sostanze utili per prolungare l’abbronzatura. I carotenoidi sono utilissimi per aiutare la produzione di melanina, così come la vitamina A, C ed E che aiutano la pelle ad essere più forte contro i raggi solari. Trovi queste sostanze utilissime in frutta e verdura rossa o arancione come carote, peperoni, pomodori, pesche, albicocche, melone, anguria. Consigliato anche il consumo di ananas, ricco di bromelina ad azione antinfiammatoria, che aiuta a prevenire le scottature e i cibi idratanti come sedano, lattuga e cicoria.

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Abbronzatura e Sole

Consigli: prima di prenotare

Consigli: Insidie

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